Cassazione penale Sez. I sentenza n. 28362 del 19 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:28362PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina può essere configurato anche in assenza di una struttura organizzativa particolarmente raffinata, essendo sufficiente l'esistenza di un'organizzazione di fatto, con predisposizione, sia pure rudimentale, dei mezzi idonei alla realizzazione del programma criminoso. La ripartizione di specifici ruoli e compiti tra i partecipi, la pluralità dei trasporti di migranti con modalità sostanzialmente identiche, la disponibilità di mezzi e strumenti finalizzati all'attività illecita, l'uso di un linguaggio convenzionale e l'esistenza di una cassa comune per il finanziamento delle spese, costituiscono indici positivi dell'esistenza del vincolo associativo, a prescindere dalla complessità dell'organizzazione e dalla rilevanza delle risorse economiche impiegate. L'interesse del pubblico ministero all'impugnazione del provvedimento cautelare sussiste anche quando non sia richiesto l'aggravamento della misura già disposta, ma soltanto l'estensione di essa ad altri reati contestati per i quali il giudice abbia ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza, in quanto l'autonomia del piano cautelare da quello del merito implica che l'interesse del pubblico ministero debba essere apprezzato esclusivamente in relazione ai presupposti che giustificano l'adozione di una misura cautelare. Infine, non si configura alcuna ipotesi di incompatibilità ai sensi dell'art. 34 c.p.p. in capo al magistrato che, già componente del tribunale del riesame chiamato a giudicare della legittimità di una misura coercitiva, abbia poi fatto parte del medesimo tribunale, in qualità di giudice dell'appello avverso il rigetto di istanza di revoca o sostituzione della medesima misura, in quanto la valutazione cautelare, pur avendo ad oggetto il merito degli addebiti sommariamente contestati, non si risolve in una valutazione del merito ai fini dell'accertamento di responsabilità, che è proprio l'essenza del giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giusepp - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/11/2017 del TRIB. LIBERTA' di LECCE;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SANTALUCIA GIUSEPPE;
sentite le conclusioni del PG Dott. VIOLA ALFREDO POMPEO.
Il P.G. conclude chiedendo il rigetto dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale di Lecce, in funzione di giudice dell'appello cautelare, ha accolto l'impugnazion…

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