Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2823 del 21 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:2823PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato per i reati di ingiuria e minaccia, può fondare la propria decisione sulle convergenti dichiarazioni delle persone offese, ritenute credibili e coerenti, nonché sulla testimonianza di un soggetto estraneo alle parti e non sospetto di mendacità. La motivazione della sentenza, che illustra in modo esaustivo l'elaborazione del materiale probatorio e la lettura critica degli elementi di prova acquisiti, è immune da vizi logici o contraddizioni laddove differenzia il trattamento delle espressioni offensive in relazione ai diversi soggetti passivi del reato di ingiuria, sulla base delle specifiche risultanze istruttorie. Il giudice di legittimità, in sede di ricorso, non può sindacare la valutazione del giudice di merito circa l'efficacia persuasiva degli elementi probatori, in assenza di una puntuale e specifica critica della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 28/2013 TRIBUNALE di MILANO, del 17/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, dr. DE AUGUSTINIS Umberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Giudice di pace di…

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