Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19337 del 17 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:19337PEN

Massima

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Il reato di minacce di cui all'art. 612 c.p. si configura anche quando la prospettazione di un danno ingiusto, pur non essendo tale da indurre un serio ed effettivo timore nel soggetto passivo, sia percepita da quest'ultimo come minacciosa. Ai fini della sussistenza del reato non è necessario che la minaccia sia idonea a provocare un grave allarme o turbamento nell'animo della persona offesa, essendo sufficiente che questa abbia avuto la percezione di una prospettazione di un danno ingiusto, indipendentemente dall'intensità della minaccia e dalla reazione soggettiva del destinatario. La valutazione della rilevanza penale della condotta deve essere effettuata sulla base di un giudizio oggettivo, senza che assumano rilievo le dichiarazioni della persona offesa circa il suo stato d'animo al momento del fatto, le quali possono al più costituire un elemento di prova della percezione della minaccia, ma non incidono sulla configurabilità del reato. Pertanto, il reato di minacce sussiste anche quando la persona offesa abbia dichiarato di essersi solo "un po' preoccupata" dalle espressioni minacciose, in quanto ciò è sufficiente a integrare la percezione di una prospettazione di un danno ingiusto da parte del soggetto passivo. La valutazione della rilevanza penale della condotta deve essere effettuata sulla base di un giudizio oggettivo, senza che assumano rilievo le dichiarazioni della persona offesa circa il suo stato d'animo al momento del fatto, le quali possono al più costituire un elemento di prova della percezione della minaccia, ma non incidono sulla configurabilità del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RO. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 7/2008 TRIBUNALE di LECCO, del 26/02/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito l'avv. Saraceni Stefania …

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