Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, nell'esaminare il ricorso proposto da 2i Rete Gas S.p.a. contro il Comune di Pettorazza Grimani, ha stabilito che: 1. L'imposizione di un canone non ricognitorio a fronte dell'uso singolare della risorsa stradale è legittima solo se consegue ad una limitazione della possibilità del suo tipico utilizzo pubblico, ma non anche a fronte di tipologie e modalità di utilizzo, come la posa di cavi e tubi interrati, che non ne precludono ordinariamente la generale fruizione. 2. L'art. 27 del Codice della Strada non consente l'applicazione di un canone patrimoniale non ricognitorio in modo generalizzato e indifferenziato, ma richiede che si tenga conto della limitazione alla generale fruizione del bene pubblico, del vantaggio che l'occupante ne ricava, nonché del servizio che l'occupante rende alla generalità per effetto della predetta occupazione. 3. Laddove l'occupazione è già regolamentata da atti concessori di natura convenzionale, l'introduzione unilaterale, con atto autoritativo regolamentare generale ed astratto, di un canone non ricognitorio è illegittima, in quanto il citato art. 27 del Codice della Strada non consente l'applicazione del canone se non attraverso la modificazione del singolo titolo concessorio. 4. La determinazione della controprestazione pecuniaria in capo al concessionario deve trovare posto all'interno del titolo concessorio, eventualmente tramite una modifica dello stesso sulla base di un nuovo accordo tra le parti.