La decadenza del vincolo espropriativo imposto dal piano regolatore generale comporta l'obbligo per l'amministrazione comunale di provvedere tempestivamente a conferire una nuova destinazione urbanistica all'area rimasta priva di disciplina, entro il termine perentorio di un anno dalla diffida del privato proprietario, ai sensi dell'art. 44, comma 1-quinquies, della L.R. Abruzzo n. 11/1999. Decorso inutilmente tale termine, il privato può agire in giudizio per ottenere una pronuncia che accerti l'inadempimento dell'amministrazione e ne fissi un nuovo termine per provvedere, con eventuale nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia. L'avvio di una variante generale da parte del Comune non preclude la possibilità per il singolo proprietario di ottenere una pronuncia sulla propria istanza entro il termine di legge, qualora i tempi della variante generale risultino incompatibili con tale termine. Ove l'amministrazione ritenga che l'area non sia soggetta a decadenza del vincolo, è tenuta a darne adeguata e circostanziata motivazione, al fine di consentire al privato di impugnare tale determinazione con l'ordinaria azione di cognizione.