Il peculato, quale appropriazione indebita di denaro o altri beni pubblici da parte di un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, è configurabile anche quando l'appropriazione sia stata realizzata mediante false attestazioni di acquisto e riacquisto di titoli di credito, in quanto il falso non incide sull'impossessamento ma sulla copertura della condotta appropriativa. In tali casi, il fatto non può essere riqualificato come truffa o altro reato meno grave, in quanto l'abuso della funzione pubblica e la sottrazione di risorse pubbliche integrano gli elementi costitutivi del peculato, a prescindere dalla restituzione parziale del maltolto da parte del reo. La condanna per peculato è pertanto legittima, anche in presenza di artifici e raggiri, in quanto l'appropriazione indebita di denaro o altri beni pubblici da parte del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio rappresenta il nucleo essenziale della fattispecie, a prescindere dalle modalità utilizzate per realizzarla.