Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31170 del 5 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31170PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica una notizia falsa e denigratoria su un magistrato, senza aver effettuato adeguati accertamenti sulla veridicità dei fatti, risponde del reato di diffamazione a mezzo stampa, anche a titolo di dolo eventuale, quando persevera nella diffusione della notizia nonostante l'impossibilità di verificarne la fondatezza. In tali casi, il quantum del risarcimento del danno non può essere ridotto per la limitata diffusione territoriale della notizia, attesa la gravità dell'accusa ingiustamente formulata, che può intaccare il prestigio e l'immagine del magistrato nell'ambiente di lavoro. Il giornalista non può invocare l'esimente putativa del diritto di cronaca quando non abbia provveduto a verificare i fatti narrati, pur avendo avuto la possibilità di farlo senza violare la privacy della persona offesa. La condotta colpevolmente omissiva del direttore responsabile del giornale, che non abbia impedito la pubblicazione della notizia falsa e denigratoria, concorre alla realizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. GI. N. IL (OMESSO);

2) CE. UM. N. IL (OMESSO);

3) RESPONSABILE CIVILE avverso la sentenza n. 219/2009 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 12/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAURIZIO FUMO;

udito il PG. in persona del sost. proc. gen. Dott. F. De Santis, che ha chiesto dichiararsi inammissibili i rico…

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