Il provvedimento amministrativo di natura meramente programmatica, che non incide direttamente sulla sfera giuridica del destinatario, non determina una lesione concreta ed attuale di posizioni giuridiche soggettive qualificate, con la conseguenza che il relativo ricorso giurisdizionale deve essere dichiarato inammissibile per difetto di interesse ad agire. Infatti, l'interesse a ricorrere nel processo amministrativo è caratterizzato dalla presenza degli stessi requisiti che qualificano l'interesse ad agire di cui all'art. 100 c.p.c., vale a dire la prospettazione di una lesione concreta ed attuale della sfera giuridica del ricorrente e l'effettiva utilità che potrebbe derivare a quest'ultimo dall'eventuale annullamento dell'atto impugnato. Pertanto, il ricorso è inammissibile qualora l'annullamento giurisdizionale dell'atto non sia in grado di arrecare alcun vantaggio all'interesse sostanziale del ricorrente. Ciò è tanto più vero quando il provvedimento impugnato si rivolge in via diretta e immediata all'organismo esecutivo e agli organismi tecnici dell'ente, e solo in via indiretta guarda ai soggetti interessati ad esercire e/o ampliare discariche nel territorio, senza che il ricorrente abbia allegato di aver presentato istanza per l'esercizio di nuove discariche o per l'ampliamento di quelle esistenti. In tali ipotesi, il ricorso ha natura meramente esplorativa, mirando non già a censurare atti dell'Amministrazione immediatamente lesivi di interessi giuridicamente qualificati e differenziati da quelli di un qualsivoglia quisque de populo, ma a stigmatizzare indirizzi dell'ente civico di rilievo esclusivamente politico-programmatico.