Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La realizzazione di opere edilizie in aree sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale, senza i prescritti titoli abilitativi, integra gli elementi costitutivi delle contravvenzioni di cui al D.Lgs. n. 490/1999, art. 163 e L. n. 47/1985, art. 20, lett. c), indipendentemente dalla natura e dalle dimensioni delle opere stesse. La valutazione in merito alla sussistenza della responsabilità penale dell'imputato, effettuata dai giudici di merito sulla base delle risultanze processuali, è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti affetta da vizi logici o errori di diritto. Il beneficio della non menzione della condanna e la determinatezza dell'ordine di demolizione delle opere abusive rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, la cui valutazione è insindacabile in Cassazione se adeguatamente motivata. Infine, il termine di prescrizione dei reati contestati non è maturato in ragione della continuazione tra gli stessi.