La cancellazione di una società di persone dal registro delle imprese, successiva all'instaurazione di un giudizio di appello, determina il venir meno della capacità processuale della società, con la conseguente inammissibilità del gravame proposto dalla stessa. Ciò in quanto, a seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 6 del 2003, che ha innovato la disciplina della cancellazione delle società di capitali, la giurisprudenza di legittimità ha esteso tale principio anche alle società di persone, ritenendo che la cancellazione dal registro delle imprese comporti la perdita della personalità giuridica e, conseguentemente, della capacità processuale. Tale orientamento, seppur non ancora consolidato al momento dell'instaurazione del giudizio di appello, era comunque contendibile in ragione del contrasto interpretativo sorto in seguito all'entrata in vigore della nuova disciplina, sicché non può invocarsi il giudicato interno sulla questione. Pertanto, il ricorso proposto dalla società ormai estinta è inammissibile, non essendo più dotata di capacità processuale al momento della sua proposizione.