Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21238 del 26 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:21238PEN

Massima

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Il pubblico dipendente che, nell'esercizio delle sue funzioni, induce l'amministrazione pubblica a deliberare il pagamento di somme di denaro in favore di un privato in misura macroscopicamente superiore al valore oggettivo delle prestazioni rese, consapevolmente avvantaggiando il privato a danno dell'ente pubblico, commette il reato di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 c.p., anche se non ha la disponibilità diretta delle somme oggetto dell'indebita disposizione, in quanto il suo ruolo determinante nell'iter procedimentale che ha portato all'adozione della delibera di pagamento integra il requisito della "disponibilità giuridica" del denaro pubblico. Tuttavia, tale condotta non integra il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p., in quanto permane intatta la connessione funzionale tra la res e il dominus pubblico, non realizzandosi un'interversione del possesso tale da configurare un'appropriazione definitiva. Il reato di abuso d'ufficio, anche se aggravato ai sensi degli artt. 61 n. 7 e 64 c.p., si estingue per prescrizione prima della decisione di primo grado, essendo irrilevante l'applicazione della disciplina sulla prescrizione vigente all'epoca dei fatti o quella successiva alla novella del 2005.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovann - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 119/2012 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 08/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PATERNO' RADDUSA BENEDETTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI Maria G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che insiste nei ricorsi.

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