Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1565 del 20 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:1565PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di truffa può realizzarsi anche attraverso un'intesa spontanea intervenuta nel corso dell'azione criminosa, senza che sia necessario un previo accordo di intenti diretto alla causazione dell'evento. Pertanto, il giudice di appello che riformi totalmente la decisione di primo grado ha l'obbligo di delineare le linee portanti del proprio, alternativo, ragionamento probatorio e di confutare specificamente i più rilevanti argomenti della motivazione della prima sentenza, dando conto delle ragioni della relativa incompletezza o incoerenza, tali da giustificare la riforma del provvedimento impugnato. Inoltre, il beneficio economico conseguito dall'imputato, anche se non concertato sin dall'inizio, può integrare l'elemento soggettivo del concorso nel reato di truffa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)) del foro di Roma nell'interesse delle parti civili On. Gi. , nato il (OMESSO) e Pa. Pa. , nata il (OMESSO);

nei confronti di:

Lo. Al. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma, 2 sezione penale, in data 8 ottobre 2009;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore …

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