Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33012 del 17 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33012PEN

Massima

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Il dolo generico, consistente nella volontà di cagionare un incendio di non lievi proporzioni, tendente ad espandersi e non facilmente contenibile, integra il reato di incendio di cui all'art. 423 c.p., anche quando l'azione sia finalizzata al danneggiamento di beni altrui, qualora emerga la consapevolezza dell'agente circa la concreta possibilità di un pericolo per la pubblica incolumità derivante dalle caratteristiche diffusive e distruttive dell'incendio sviluppatosi, come nel caso di incendi appiccati in prossimità di serbatoi di carburante o in aree densamente affollate. Il dolo specifico, consistente nella mera volontà di danneggiare senza la previsione di un incendio di tali dimensioni, integra invece il reato di danneggiamento seguito da incendio di cui all'art. 424 c.p. Pertanto, la qualificazione giuridica del fatto dipende dall'elemento psicologico dell'agente, ossia dalla consapevolezza e volontà di cagionare un incendio di rilevanti proporzioni, idoneo a mettere in pericolo la pubblica incolumità, ovvero dalla mera finalità di danneggiare senza la previsione di tale evento. La rilevanza dell'elemento psicologico ai fini della distinzione tra i due reati non è inficiata dall'eventuale esclusione di responsabilità per altri reati connessi, come la detenzione e il porto di congegni incendiari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/04/2018 del TRIB. LIBERTA' di BRESCIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO APRILE;
sentite le conclusioni del PG Dr. SIMONE PERELLI che conclude chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
Dato atto dell'assenza del difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Brescia, in funzione di tribunale del riesame, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in car…

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