Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10134 del 4 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10134PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di fiducia e delle funzioni attribuitegli, si appropria indebitamente di denaro pubblico destinato al funzionamento di un servizio pubblico, commette il reato di peculato, anche attraverso la formazione di falsi documenti contabili e l'occultamento di mandati di pagamento, al fine di occultare le proprie condotte illecite. Tali condotte, caratterizzate da dolo e dalla produzione di ingenti danni patrimoniali all'amministrazione pubblica, giustificano una pena detentiva significativa, senza che il parziale risarcimento del danno possa essere considerato una circostanza attenuante, pur potendo essere valutato ai fini della concessione di attenuanti generiche. Il pubblico ufficiale non può invocare la mancata acquisizione di ulteriori prove o la presunta incapacità di gestire correttamente la contabilità per giustificare le proprie condotte illecite, essendo le stesse ampiamente dimostrate dalle risultanze documentali e testimoniali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata in (OMISSIS);

avverso la sentenza del 25/03/2011 della Corte di appello di Bologna;

visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Giovanni Conti;

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. GERACI Vincenzo, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

udito per le parti civili l'avv. (OMI…

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