Il principio di proporzionalità dell'azione amministrativa, di diretta derivazione dal diritto dell'Unione Europea, impone all'Amministrazione il perseguimento del pubblico interesse col minor sacrificio possibile dell'interesse privato. Tale principio, avente rango costituzionale fondamentale in quanto insito nell'art. 3 Cost. e compreso tra i principi dell'ordinamento comunitario, richiede un'indagine trifasica volta ad accertare la necessità, l'idoneità allo scopo e la stretta proporzionalità della misura adottata rispetto al fine da raggiungere, imponendo pertanto di preferire la "misura più mite" che consenta di realizzare l'obiettivo perseguito dalla norma. Pertanto, il sindacato giurisdizionale può censurare l'azione amministrativa per manifesta irragionevolezza o illogicità, qualora il sacrificio dell'interesse privato risulti assolutamente ingiustificato rispetto al perseguimento del pubblico interesse, in particolare quando l'opera abusiva sia stata realizzata in forza di precedenti concessioni edilizie e sia trascorso un lungo lasso di tempo senza che l'Amministrazione sia intervenuta, ingenerando così una posizione di legittimo affidamento del privato. In tali ipotesi, l'Amministrazione ha l'onere di indicare, in modo congruo e adeguato, il pubblico interesse, diverso dal mero ripristino della legalità violata, che giustifica l'adozione della misura demolitoria, in ossequio al principio di proporzionalità.