Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11210 del 17 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:11210PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La sussistenza delle esigenze cautelari, in particolare del pericolo di recidiva, che legittimano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunta dalla gravità del reato contestato, dai precedenti penali dell'imputato e dal suo ruolo attivo e versatile all'interno di un'associazione mafiosa, anche quando tale ruolo non sia centrale, purché risulti il suo coinvolgimento in attività di raccordo, mantenimento e bonifica a favore del sodalizio criminale. Il decorso del tempo dalla commissione dei fatti non è di per sé sufficiente a far venir meno tali esigenze cautelari, in assenza di elementi specifici che dimostrino il recesso dell'imputato dal fenomeno associativo. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione sulla motivazione del provvedimento cautelare è limitato alla verifica della sua logicità e ragionevolezza, senza possibilità di valutare l'adeguatezza delle argomentazioni utilizzate dal giudice di merito, salvo che non si tratti di vizi macroscopici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

Dott. SGADARI G. - est. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenz - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
CAMMARATA BERNARDO, nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/09/2015 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Giuseppe Sgadari;
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Spinaci Sante, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza in epigrafe, il Tribunale di Catania rigettava l'appel…

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