Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40625 del 1 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:40625PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura quando un gruppo criminale, caratterizzato da vincoli di tipo familiare, parentale o di affiliazione, si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto nelle elezioni o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Il gruppo criminale deve essere dotato di una struttura organizzativa stabile e radicata sul territorio, in grado di esercitare un'attività intimidatrice nei confronti della collettività e di infiltrarsi nell'economia legale attraverso condotte di riciclaggio, intestazione fittizia di beni, usura ed estorsione, anche avvalendosi di professionisti e funzionari compiacenti. La prova della natura mafiosa dell'associazione può desumersi da una pluralità di elementi, quali i precedenti penali e giudiziari degli associati, i legami di parentela e di affinità, l'utilizzo di un linguaggio convenzionale, la disponibilità di luoghi simbolo del potere del clan, l'ampiamento delle attività illecite e la diversificazione di quelle lecite, la fama criminale del gruppo, l'omertà delle vittime e il ricorso alla violenza. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che il soggetto partecipi in modo stabile e organico all'attività del sodalizio, mettendosi a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi, senza necessità di una formale affiliazione rituale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MILANO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

inoltre:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1207/2012 CORTE APPELLO di MILANO, del 23/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/06/2014 la relazione fa…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.