Il principio di retroattività della lex mitior, sancito a livello internazionale e comunitario, impone che la legge penale più favorevole al reo debba trovare immediata applicazione anche nei processi pendenti in grado di appello o di cassazione, senza che possano essere giustificate deroghe disposte dalla legge ordinaria sulla base di un bilanciamento con interessi di analogo rilievo. Pertanto, la disciplina transitoria prevista dall'art. 10, comma 3, della legge n. 251 del 2005, che esclude l'applicazione dei nuovi termini di prescrizione più brevi per i processi già pendenti in grado di appello o di cassazione, contrasta con l'art. 117, comma 1, Cost. in relazione all'art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come interpretato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, e deve essere dichiarata costituzionalmente illegittima. Il giudice nazionale, di fronte a tale contrasto, deve preventivamente verificare la possibilità di un'interpretazione conforme della norma interna alla norma convenzionale e, in caso di esito negativo, sollevare la relativa questione di legittimità costituzionale.