Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 186 del 2019

ECLI:IT:TARLAZ:2019:186SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di concessione di occupazione di suolo pubblico (OSP) a servizio di un esercizio commerciale, pur avendo natura di atto ampliativo della sfera giuridica del privato, è soggetto a revoca da parte dell'Amministrazione competente per sopravvenute ragioni di pubblico interesse, anche a distanza di tempo dal suo rilascio, in quanto il titolo concessorio è costituito dal regolamento locale in termini di rinnovo tacito periodico, senza che il concessionario possa vantare un'aspettativa alla sua permanenza. Tuttavia, il procedimento di revoca deve essere preceduto dalla verifica della perdurante sussistenza delle condizioni che avevano consentito il rilascio originario della concessione, con particolare riferimento al rispetto dei limiti spaziali e di modalità dell'occupazione fissati nel provvedimento concessorio, nonché all'assenza di contrasto con eventuali sopravvenute esigenze di pubblico interesse, come il divieto di installare OSP a servizio di locali commerciali laddove queste insistano su viabilità principale e aree di parcheggio tariffato all'interno della "Città Storica", ai sensi dell'art. 4 quater, comma 2, della DCC 119/05. Ove l'Amministrazione intenda revocare la concessione per il venir meno delle predette condizioni, essa deve previamente procedere alla revoca del titolo concessorio originario, prima di negare il subentro richiesto dal nuovo titolare dell'esercizio commerciale. In tal caso, il diniego di subentro non può essere fondato su valutazioni che avrebbero dovuto condurre alla previa revoca della concessione, salvo che il richiedente non dimostri la sussistenza dei requisiti per il subentro, in particolare la perfetta coincidenza tra l'OSP originaria e quella attuale.

Sentenza completa

Pubblicato il 07/01/2019

N. 00186/2019 REG.PROV.COLL.

N. 01922/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1922 del 2010, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Soc. Pizzeria Ciccillo di Zito Francesco e C Sas, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avvocato Anna Lisi, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Paolo Albera, 33;

contro

Comune di Roma (Roma Capitale), in persona del Sindaco, legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall'avvocato Federica Graglia, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Tempio di Giove;

per l'annullamento

(con il ricorso introduttivo)

della Determinazione Dirigenzia…

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