Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La recidiva qualificata, quale circostanza ad effetto speciale, incide sul calcolo del termine prescrizionale minimo del reato, ai sensi dell'articolo 157 c.p., comma 2, e, in presenza di atti interruttivi, anche su quello del termine massimo, in ragione dell'entità della proroga, ex articolo 161 c.p., comma 2. Pertanto, in presenza di recidiva reiterata, specifica, infraquinquennale, il termine di prescrizione minimo del reato è pari ad anni 13 e mesi 4, a cui vanno aggiunti ulteriori 2/3 ex articolo 161 c.p., comma 2, pervenendosi in tal modo al termine di prescrizione complessivo. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle risultanze probatorie, e le sue conclusioni non possono essere sindacate in sede di legittimità se non per vizi specificamente indicati dalla legge, non essendo consentito al giudice di legittimità di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.