La revoca della sospensione condizionale della pena, ai sensi dell'art. 168 c.p., comma 1, ha natura dichiarativa e presuppone il rilievo di natura constatativa della verificazione delle cause risolutive del beneficio, stabilite per legge, il cui effetto si è già prodotto prima della pronuncia giudiziale e indipendentemente da essa. Pertanto, tale provvedimento può essere adottato anche in sede di appello, su richiesta del Pubblico Ministero, a fronte di impugnazione proposta dal solo imputato, senza che ciò comporti violazione del divieto di "reformatio in peius". Diversamente, la revoca facoltativa ai sensi dell'art. 168 c.p., comma 2, ha natura costitutiva e implica un giudizio di disvalore motivato dalla reiterazione della condotta criminosa, la cui adozione in appello, in assenza di impugnazione del Pubblico Ministero, resta preclusa in ossequio al principio del "favor rei" e a quello devolutivo. La revoca della sospensione condizionale deve essere sempre disposta, senza limiti e condizioni, quando il beneficio sia stato concesso per più di una volta, ovvero per più di due volte nel caso previsto dall'art. 164 c.p., ultimo comma, in quanto il disposto dell'art. 168 c.p., comma 1, fa "salva la disposizione dell'art. 164, u.c.".