Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2307 del 16 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:2307PEN

Massima

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Il giudice è tenuto a motivare in modo logico e chiaro la valutazione circa la natura offensiva di un'espressione attribuita all'imputato, anche quando l'imputato sia stato assolto per insussistenza del fatto, al fine di consentire il pieno controllo della decisione da parte del giudice di legittimità. La motivazione della sentenza deve esporre in modo esauriente il percorso logico-giuridico seguito dal giudice per escludere o riconoscere il carattere offensivo di una determinata espressione, senza limitarsi ad una mera affermazione apodittica. Ciò al fine di garantire il diritto di difesa dell'imputato e il rispetto del principio di pubblicità e trasparenza dell'attività giurisdizionale. Il giudice di merito, nel valutare la natura offensiva di un'espressione, deve tenere conto del contesto in cui essa è stata pronunciata, del suo significato letterale e del suo potenziale lesivo dell'onorabilità della persona offesa, motivando adeguatamente le ragioni per le quali ritiene che essa integri o meno gli estremi del reato di ingiuria. La mancata o insufficiente motivazione su tale aspetto determina un vizio della sentenza, che deve essere annullata e rinviata al giudice competente per un nuovo esame, al fine di consentire il pieno controllo della decisione da parte del giudice di legittimità. Ciò vale anche nel caso in cui l'imputato sia stato assolto per insussistenza del fatto, poiché l'accertamento della natura offensiva dell'espressione attribuita all'imputato può avere rilevanti conseguenze sul piano civilistico, in termini di risarcimento del danno all'onore e alla reputazione della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 52/2013 TRIBUNALE di ROMA, del 25/09/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Delehaye Enrico, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Per la parte civile ricorrente e&#…

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