Il falso ideologico commesso in atti pubblici fidefacenti, pur non richiedendo la violazione di specifiche disposizioni del Testo Unico sull'Immigrazione, integra il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'art. 12, comma 3, del D.Lgs. n. 286/1998, in quanto condotta finalizzata a creare le condizioni apparenti per l'ottenimento di un titolo di soggiorno, anche se non necessaria ai fini del ricongiungimento familiare. Tuttavia, la mancata contestazione espressa dell'aggravante della natura fidefacente dell'atto pubblico, ai sensi dell'art. 476, comma 2, c.p., comporta l'estinzione per prescrizione dei reati di falso ideologico per i quali tale aggravante non sia stata debitamente contestata. Inoltre, le fattispecie previste dall'art. 12, comma 3, del D.Lgs. n. 286/1998 configurano circostanze aggravanti del reato di pericolo di cui al comma 1 dello stesso articolo, con conseguente applicazione della disciplina del bilanciamento di cui all'art. 69 c.p., nei limiti imposti dal comma 3-quater.