Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2396 del 19 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:2396PEN

Massima

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Il dolo eventuale di omicidio può essere ravvisato quando l'agente, pur non avendo voluto direttamente l'evento morte, si sia rappresentato e abbia accettato il rischio che da uno qualsiasi dei suoi atti diretti contro la persona potesse derivare l'evento mortale. A tal fine, il giudice deve valutare complessivamente le modalità dell'azione, la capacità offensiva del mezzo adottato e gli effetti della lesione della parte corporea da cui è derivata la morte, senza limitarsi a considerare le singole condotte dell'agente. Pertanto, l'omicidio non può essere qualificato come preterintenzionale solo sulla base della mancata volontà diretta dell'evento morte, se risulta che l'agente si sia rappresentato e abbia accettato il rischio di cagionare la morte con il suo comportamento complessivo. Il giudice deve quindi accertare se l'agente, determinandosi all'azione e potendo in qualsiasi momento interromperla, non si sarebbe potuto prefigurare quale derivante da qualsiasi suo atto offensivo l'evento mortale, per poter qualificare l'omicidio come preterintenzionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TRIESTE;

nei confronti di:

1) RE. AL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4/2007 CORTE ASSISE APPELLO di TRIESTE, del 13/06/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/12/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO P. G., che …

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