Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19213 del 8 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:19213PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere sorretta da elementi probatori concreti, specifici e individualizzanti, che superino il mero sospetto e consentano di ritenere ragionevolmente la responsabilità dell'indagato in relazione al reato contestato. Non sono sufficienti a tal fine elementi indiziari generici, congetturali o meramente indizianti, come la sola comune nazionalità o la mera frequentazione di altri indagati, in assenza di riscontri esterni che dimostrino il contributo effettivo dell'indagato all'attività criminosa. Inoltre, le esigenze cautelari, nelle loro diverse tipologie, devono essere adeguatamente motivate sulla base di elementi oggettivi e non possono essere affermate in modo apodittico. La misura cautelare applicata deve risultare proporzionata rispetto alla condotta contestata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. PAOLONI Giacom - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 18/11/2014 del Tribunale di Caltanissetta, sezione riesame;

esaminati gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;

udita in camera di consiglio la relazione del Consigliere Dr. Giacomo Paoloni;

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore generale Dr. Fodaroni Maria Giuseppina, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

FATTO E DIRITTO

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