La pubblica amministrazione non può negare l'autorizzazione all'installazione di impianti pubblicitari lungo strade statali sulla base del solo richiamo all'art. 23, comma 7, del d.lgs. n. 285 del 1992, che vieta la pubblicità sugli itinerari internazionali, senza previamente verificare se le strade in questione possiedano effettivamente le caratteristiche oggettive richieste dalla normativa di settore per essere qualificate come "internazionali". Ove tale verifica non sia stata compiuta, il diniego di autorizzazione è illegittimo. Tuttavia, il privato danneggiato dal comportamento illegittimo della pubblica amministrazione non può ottenere il risarcimento dei danni relativi a provvedimenti di diniego non tempestivamente impugnati, in quanto la regola di correttezza e buona fede impone l'onere di proporre l'azione di annullamento entro i termini decadenziali previsti, al fine di evitare il protrarsi del comportamento lesivo. Il risarcimento è invece dovuto per il danno da lucro cessante derivante dall'impossibilità di installare gli impianti pubblicitari e dall'impedimento all'ampliamento dell'attività di impresa, quantificato secondo i criteri indicati dalla sentenza.