Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30999 del 9 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:30999PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione all'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., non richiede necessariamente l'investitura formale di cariche o la commissione di reati-fine, essendo sufficiente la stabile e organica compenetrazione del soggetto nel tessuto organizzativo del sodalizio, da valutarsi alla stregua di una lettura unitaria degli elementi rivelatori di un ruolo dinamico e funzionale all'interno dello stesso. Pertanto, la condotta partecipativa è riferibile a colui che si trovi in un rapporto di stabile e organica compenetrazione con l'organizzazione criminale, tale da implicare un apporto consapevole e continuativo alla realizzazione degli scopi associativi, anche in assenza di specifici incarichi o di una formale investitura. La prova della partecipazione può desumersi da una pluralità di elementi indiziari, quali i contatti e le relazioni intrattenute con gli altri membri del sodalizio, le riunioni e gli incontri finalizzati alla trattazione di attività illecite, nonché le condotte dimostrative di una persistente affectio societatis e di una stabile collocazione all'interno dell'organizzazione criminale. In tale prospettiva, la valutazione della gravità indiziaria non può essere atomistica, ma deve essere unitaria e complessiva, tenendo conto di tutti gli elementi probatori acquisiti, anche se provenienti da procedimenti penali distinti, purché debitamente riscontrati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 15/12/2017 del Tribunale di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. D'ARCANGELO Fabrizio;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di …

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