Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21845 del 28 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:21845PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur consentendo l'uso di espressioni aspre e polemiche, trova un limite invalicabile nel rispetto della dignità e della reputazione altrui, sancito dall'articolo 3 della Costituzione. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica deve avvenire nel rispetto di un linguaggio civile e corretto, evitando termini inappropriati, sleali ed estranei al lessico usuale della polemica, che calpestino quel minimo di dignità riconosciuta ad ogni essere umano. I giudici di merito, con argomentazione logica e costituzionalmente orientata, possono ritenere che il giornalista abbia superato i limiti della continenza nell'esercizio del diritto di critica, svolgendo la funzione di aggressore dell'altrui reputazione con espressioni inappropriate. La valutazione del danno risarcibile, essendo affidata ad apprezzamenti discrezionali ed equitativi dei giudici di merito, è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non difetti di giustificazione, si discosti macroscopicamente dai dati di comune esperienza o presenti contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5629/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 11/03/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 11.…

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