Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria giurisdizione esclusiva su particolari materie, ha stabilito che: 1. Le questioni relative a canoni, indennità e altri corrispettivi scaturenti da un rapporto concessorio appartengono alla giurisdizione del Giudice ordinario, mentre rientrano nella competenza del Giudice amministrativo le controversie inerenti alla legittimità degli atti amministrativi adottati dall'ente concedente. 2. L'organo commissariale, nell'ambito delle scelte fondamentali per il risanamento finanziario dell'ente in stato di dissesto, può legittimamente ricondurre alla competenza del Consiglio comunale la determinazione delle condizioni per l'affidamento in concessione di un bene patrimoniale, in quanto tale scelta presuppone la valutazione della maggiore efficienza e convenienza di tale soluzione per l'interesse pubblico rispetto alla gestione diretta. 3. L'ente locale, anche in assenza di esigenze di risanamento, può legittimamente fissare il canone di concessione di un bene patrimoniale in misura idonea a garantire la copertura di tutti i costi di gestione dello stesso, inclusi quelli relativi a mutui contratti per interventi sull'immobile, senza essere vincolato ai soli limiti minimi previsti dalla legge per i servizi a domanda individuale. 4. La determinazione del canone di concessione di un bene patrimoniale in misura superiore ai minimi di legge, al fine di raggiungere l'equilibrio finanziario, non è censurabile, anche se tale determinazione dovesse proiettarsi oltre il quinquennio previsto per le misure straordinarie di riequilibrio, in quanto l'ente, cessato lo stato di dissesto, può legittimamente mantenere i nuovi livelli tariffari fissati.