Cassazione penale Sez. III sentenza n. 7763 del 20 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:7763PEN

Massima

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Il reato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter c.p. richiede il dolo intenzionale, ossia la volontà consapevole di divulgare il materiale, che deve emergere da specifici elementi probatori. Il mero dolo eventuale, ovvero la semplice previsione e accettazione della possibilità di divulgazione, non è sufficiente a integrare l'elemento soggettivo del reato. Tuttavia, tale volontà consapevole può desumersi anche implicitamente dal complesso del materiale probatorio, come nel caso in cui emerga la modifica di programmi informatici per consentire la diffusione del materiale. Inoltre, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche come prevalenti nel giudizio di bilanciamento può essere adeguatamente motivato considerando la gravità intrinseca dei fatti, l'ingente quantità di materiale detenuto e diffuso, nonché il rifiuto dell'imputato di ammettere le proprie responsabilità, pur avendo intrapreso un percorso terapeutico. Tali elementi possono giustificare la valutazione di equivalenza delle circostanze attenuanti, senza incorrere in vizi logici o carenze motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - rel. Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7356/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 18/02/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHIARA GRAZIOSI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) di (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 18 febbra…

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