Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo sentenza n. 989 del 2018

ECLI:IT:TARPA:2018:989SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di diniego di concessione in sanatoria, una volta revocato in autotutela dall'amministrazione, determina la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente alla coltivazione del relativo gravame, in quanto vengono rimossi gli effetti del provvedimento impugnato. In tale ipotesi, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile, non essendo più attuale la controversia originariamente instaurata. Ciò vale anche nel caso in cui l'amministrazione avvii un nuovo procedimento di diniego di sanatoria, in quanto tale eventualità rileva soltanto in via ipotetica, non essendo ancora stato adottato alcun nuovo provvedimento impugnabile. La declaratoria di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse non comporta alcuna statuizione sulle spese di giudizio, qualora l'amministrazione intimata non si sia costituita in giudizio.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/05/2018

N. 00989/2018 REG.PROV.COLL.

N. 01835/2011 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1835 del 2011, proposto da
((omissis)), rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Palermo, p.zza V.E.Orlando n. 6/B;

contro

Comune di Carini, in persona del Sindaco
pro tempore,
non costituito in giudizio;

per l'annullamento

del diniego di concessione in sanatoria del Comune di Carini del 20/4/2011, pratica n. 607/FC, relativa alla istanza n. 6898 del 31/12/1986;

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella pubblica udienza del giorno 26 marzo 2018 il …

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