Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3014 del 25 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:3014PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura quando la condotta reiterata dell'agente, consistente in minacce, molestie e comportamenti vessatori, genera nella vittima un perdurante e grave stato di ansia e di paura, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita, a prescindere dalla finalità soggettiva dell'agente. Il dolo del reato è integrato dalla consapevolezza che le condotte reiterate sono idonee a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, senza che rilevi la motivazione sottostante tali condotte, come il tentativo di recuperare somme di denaro investite. Ai fini della valutazione della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna, il giudice può considerare anche la condotta successiva al reato e i precedenti penali dell'imputato, senza essere vincolato a prendere in esame tutti gli elementi indicati nell'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/10/2019 della Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore della parte civile (OMISSIS), avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiar…

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