Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45208 del 8 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:45208PEN

Massima

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Il provvedimento di prevenzione personale e patrimoniale non può essere revocato sulla base di una successiva assoluzione penale o di nuove dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, se tali elementi non risultano decisivi per escludere la pericolosità sociale del soggetto e la provenienza illecita dei beni confiscati. Il giudice di merito, nel valutare l'istanza di revoca, deve esaminare la rilevanza e l'idoneità probatoria dei fatti sopravvenuti rispetto ai presupposti originari della misura, senza poter riesaminare nel complesso gli elementi già valutati in sede di applicazione del provvedimento, ormai divenuto definitivo. La revoca della misura di prevenzione è ammessa solo in presenza di elementi nuovi e decisivi, che incidano in modo determinante sui presupposti di fatto che ne hanno giustificato l'adozione, non essendo sufficiente la mera allegazione di circostanze già considerate o di una successiva assoluzione penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso il decreto del 14/06/2012 della Corte d'appello di Reggio Calabria;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Anna Petruzzellis;

letta la richiesta del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Reggio …

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