Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44567 del 4 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:44567PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, costringe taluno a fare, tollerare od omettere qualche cosa, senza che l'azione sia giustificata dall'esercizio di un diritto o da altro legittimo motivo. A tal fine, non è sufficiente che l'agente ritenga di avere un diritto da far valere, essendo necessario che la sua condotta sia effettivamente diretta a tale scopo e che non sia possibile il ricorso immediato all'autorità giudiziaria per la tutela del diritto asseritamente leso. Pertanto, il reato di violenza privata sussiste anche quando l'agente, al fine di impedire o ostacolare l'esercizio di un diritto altrui, pone in essere atti di violenza o minaccia sulle cose, senza che ricorrano i presupposti per l'integrazione del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ai fini della determinazione della pena, il giudice deve valutare la concreta gravità del fatto e la personalità dell'imputato, tenendo conto anche dei suoi precedenti penali, senza che tale valutazione possa essere censurata in sede di legittimità, salvo che non risulti frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico. Analogamente, il diniego della sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria deve essere adeguatamente motivato con riferimento agli indici di cui all'art. 133 c.p., senza che il giudice sia tenuto a esaminare tutti i parametri ivi contemplati, potendo limitarsi a quelli ritenuti decisivi, come l'inefficacia della sanzione pecuniaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1126/2011 CORTE APPELLO di MESSINA, del 12/03/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MICCOLI GRAZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. CEDRANGOLO Oscar, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 12 marzo 2014 la Corte di Appello di Messina ha confermato la pronu…

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