Tribunale Amministrativo Regionale Abruzzo - Pescara sentenza n. 99 del 2018

ECLI:IT:TARPE:2018:99SENT

Massima

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Il ricorso gerarchico presentato dal privato avverso un provvedimento amministrativo non genera un'ipotesi di silenzio-inadempimento azionabile ai sensi dell'art. 117 c.p.a. Decorso il termine di 90 giorni previsto dall'art. 6 d.P.R. n. 1199/1971 senza che l'amministrazione si sia pronunciata, il privato può impugnare il provvedimento base in via giurisdizionale entro il successivo termine decadenziale di 60 giorni, senza poter agire per l'accertamento dell'obbligo di provvedere. Il silenzio serbato dall'autorità sovraordinata sul ricorso gerarchico non configura un'inadempienza, ma abilita il privato a ricorrere direttamente al giudice amministrativo per contestare il provvedimento impugnato, senza che sia esperibile una distinta azione di accertamento dell'obbligo di provvedere. Pertanto, il ricorso proposto oltre il termine di 60 giorni dalla scadenza del termine per la decisione del ricorso gerarchico è irricevibile.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/03/2018

N. 00099/2018 REG.PROV.COLL.

N. 00221/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l' Abruzzo

sezione staccata di Pescara (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 221 del 2016, proposto da:
-OMISSIS-, rappresentata e difesa dall'avv. Rachelina Martelli, domiciliato ex art. 25 c.p.a. presso la Segreteria del T.a.r. Pescara in Pescara, via A. Lo Feudo, 1;

contro

Questura di Chieti, U.T.G. - Prefettura di Chieti, Ministero degli Affari Esteri, in persona dei rispettivi legali rappresentanti p.t., rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Distrettuale, domiciliata in forma digitale come in atti;

per l'accertamento

ai sensi dell’art.117 dell’obbligo di provvedere da parte della Prefettura di Chieti e …

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