Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30109 del 28 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:30109PEN

Massima

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Il dolo eventuale integra l'elemento soggettivo del reato di diffamazione quando l'autore, pur non volendo direttamente la diffusione delle frasi offensive, si rappresenta e accetta il rischio che le stesse possano venire a conoscenza di una pluralità di soggetti. Inoltre, il danno non patrimoniale derivante dalla diffamazione può essere liquidato in via equitativa dal giudice, in proporzione alla gravità del reato e all'entità della sofferenza patita dalla vittima, senza necessità di una puntuale valutazione analitica. Infine, il reato di diffamazione può arrecare un danno all'immagine e agli scopi etici perseguiti da un ente, come una casa di cura gestita da religiosi, anche quando le frasi offensive siano diffuse solo all'interno della struttura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luig - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. LAPALORICA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. FO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 58/2009 TRIBUNALE di GENOVA, del 17/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'Angelo che ha concluso per il rigetto;

Udito, per la parte civile, l'Avv. P. Bottino difensor…

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