Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11455 del 23 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:11455PEN

Massima

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Il dolo omicidiario è ravvisabile quando l'agente, pur essendo consapevole della presenza della vittima nel luogo incendiato, agisce con la volontà di cagionarne la morte, predisponendo una trappola mortale senza scampo, senza che rilevi l'eventuale diversa qualificazione giuridica del reato base. L'ipotesi di cui all'art. 586 c.p. non è configurabile quando l'evento morte, pur essendo astrattamente prevedibile, è stato invece concretamente voluto e previsto dall'agente come certo fin dall'inizio della sua azione criminosa. La credibilità delle dichiarazioni accusatorie rese dalla vittima prima del decesso, in quanto accompagnate da un'analitica e coerente ricostruzione dei fatti, non può essere esclusa per il solo fatto che la vittima fosse in rapporti conflittuali con i familiari dell'imputato, ove non vi siano elementi che inducano a ritenere che tali dichiarazioni siano state dettate da risentimento o intento di nuocere a terzi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 23/2010 CORTE ASSISE APPELLO di BARI, del 11/01/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore avv.to (OMISSIS), ch…

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