Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15426 del 15 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15426PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari, pur potendo essere ritenuto motivato in modo sintetico o poco critico, non può essere annullato dal tribunale del riesame per il solo difetto di motivazione, essendo invece compito di quest'ultimo integrare e completare la motivazione eventualmente carente, valutando nel complesso gli elementi indiziari e le esigenze cautelari rappresentati dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, anche se non adeguatamente vagliati dal primo giudice. Il tribunale del riesame, infatti, ha il potere di riformare, annullare o confermare il provvedimento cautelare per ragioni diverse da quelle indicate nella motivazione del provvedimento stesso, dovendo sopperire, con la propria motivazione, non solo all'insufficienza o contraddittorietà della motivazione del provvedimento genetico della misura, ma anche alla sua totale mancanza o mera apparenza, esplicitando per la prima volta le ragioni giustificative della misura cautelare adottata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla I. - rel. Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

P.M. presso il Tribunale di Caltagirone;

nel proc. c/o:

Ab. Mo. , nato il (OMESSO), indagato Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73;

avverso l'ordinanza del Tribunale per il Riesame di Catania in data 15.3.10;

Sentita la relazione del Cons. Dott. MULLIRI Guicla I.;

Sentito il P.M. nella persona del P.G. Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto una declaratoria di inammissibilita' del r…

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