Il servizio militare obbligatorio di leva, pur essendo stato sospeso a decorrere dal 1° gennaio 2005, non è stato definitivamente abolito, in quanto la legge prevede la possibilità del suo ripristino in specifiche situazioni di emergenza o di grave crisi internazionale coinvolgente l'Italia. Pertanto, il rifiuto di prestare tale servizio per ragioni di coscienza, pur non essendo più sanzionato penalmente a seguito della sospensione delle relative norme, rimane comunque un illecito, la cui disciplina deve essere valutata in base alla normativa vigente al momento in cui l'obbligo diviene concreto ed effettivo. In caso di successione di leggi penali nel tempo, si applica quella più favorevole al reo, salvo che sia già intervenuta una sentenza irrevocabile. Ciò in quanto il servizio militare obbligatorio, pur essendo stato sospeso, continua ad essere previsto dalla legge come possibile in situazioni eccezionali, in coerenza con il dettato costituzionale che impone a tutti i cittadini il dovere di difendere la Patria. La sospensione delle norme relative alle modalità di prestazione del servizio militare obbligatorio di leva, integrative del precetto in forza del quale è sanzionato il rifiuto di tale servizio per ragioni di coscienza non tempestivamente espresse, determina pertanto un fenomeno di successione di leggi penali nel tempo, con applicazione della normativa più favorevole al reo.