Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43554 del 24 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43554PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la decisione del giudice di merito in materia di misure di prevenzione, non può estendere il proprio controllo all'iter logico-giuridico seguito dal giudice di merito, se non nei casi in cui la motivazione risulti del tutto carente o meramente apparente, ossia priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e logicità. Il giudice di appello, inoltre, non è tenuto a dare risposta a tutte le argomentazioni addotte dall'appellante, essendo sufficiente che la motivazione consenta di ricostruire il percorso logico-giuridico seguito per giungere alla decisione impugnata, con riferimento ai punti della decisione investiti dai motivi di gravame. Ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, il giudice deve accertare la sussistenza attuale della pericolosità sociale del soggetto, sulla base di elementi concreti e specifici, senza che sia necessario un riferimento al concetto di pericolosità previsto per l'applicazione delle misure di sicurezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 149/2012 CORTE APPELLO di BARI, del 07/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAIAZZO ((omissis))RO;

lette le conclusioni del PG Dott. GAETA Pietro, che ha chiesto dichiararsi inammissibilita' il ricorso.

RILEVATO IN FATTO

Con decreto in data 7.2.2013 la Corte d'appello di Bari rigettava il reclamo proposto nell'interesse di (OMISSIS) avverso il decreto in data 3.10.2012 con…

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