Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8025 del 23 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:8025PEN

Massima

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Il dolo del reato di ricettazione può essere desunto dalla condotta complessiva dell'imputato, anche in assenza di una prova diretta della sua conoscenza della provenienza delittuosa del bene, qualora il suo comportamento e le circostanze del caso concreto siano tali da far ritenere ragionevolmente che egli fosse consapevole della illiceità della provenienza. In particolare, il silenzio serbato dall'imputato in ordine alle modalità di acquisizione del bene, nonostante la possibilità di fornire spiegazioni alternative, può essere valutato dal giudice come indice della sua consapevolezza della provenienza delittuosa, in assenza di elementi che inducano a ritenere diversamente. Ciò in quanto, ove l'imputato fosse stato effettivamente in buona fede, avrebbe avuto interesse a fornire una ricostruzione plausibile degli eventi, a maggior ragione ove il bene gli fosse stato consegnato da una persona a lui vicina, come la propria convivente. Il giudice, pertanto, può legittimamente fondare la propria decisione di condanna per il reato di ricettazione sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi di fatto, anche di natura indiziaria, che depongano in modo univoco per l'affermazione della consapevolezza dell'imputato circa la provenienza delittuosa del bene, senza che ciò possa essere censurato in sede di legittimità per carenza o illogicità della motivazione, salvo che non emerga una manifesta contraddittorietà o irrazionalità del ragionamento giudiziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. AL. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/07/2005 CORTE APPELLO di VENEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. BARTOLINI FRANCESCO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONETTI Vito, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore Avv. CANEVARO Roberto, del Foro di Verona, …

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