Cassazione penale Sez. I sentenza n. 41951 del 14 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:41951PEN

Massima

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Il reato di insubordinazione continuata con ingiuria, previsto dall'art. 189 comma 2 c.p.m.p., tutela non solo la dignità e l'onore del superiore, ma anche l'integrità e l'effettività del rapporto gerarchico, funzionale al mantenimento della compattezza e dell'efficienza delle forze armate. Tuttavia, perché la condotta possa essere ritenuta penalmente rilevante, è necessario che le espressioni utilizzate dal subordinato siano obiettivamente ingiuriose, spregiative, mortificanti e avvilenti, tali da ledere il decoro, l'onore e il prestigio del superiore, nonché da contestare apertamente la sua autorità e la catena di comando. Il mero utilizzo della seconda persona singolare nell'interlocuzione, in un contesto di rapporto di confidenza condiviso tra le parti, non integra di per sé gli estremi del reato, così come la semplice contestazione, non pretestuosa, di certi comportamenti del superiore rientra nell'esercizio del diritto di dissenso, purché non sfoci in atteggiamenti di aperta ribellione. Pertanto, la valutazione del giudice deve tenere conto della contestualizzazione delle condotte e del significato complessivo delle espressioni utilizzate, al fine di accertare la loro idoneità lesiva dell'onore, della dignità e del prestigio del superiore, nonché dell'integrità del rapporto gerarchico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Ann - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA;
nei confronti di:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 285/2015 GUP PRESSO TRIB. MILITARE di ROMA, del 20/11/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SARACENO ROSA ANNA;
Sentiti:
il Procuratore Generale in persona del Dott. (OMISSIS), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
il difensore della parte civile, avvocato (OMISSIS), che ne ha chiesto l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO<…

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