Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14097 del 1 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14097PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari, nel rigettare la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, può ordinare l'imputazione coatta dell'indagato per il medesimo fatto, diversamente qualificando il titolo di reato rispetto a quello individuato dal pubblico ministero nella richiesta di archiviazione. Tale provvedimento non costituisce atto abnorme né è impugnabile, in quanto il potere di qualificare giuridicamente il fatto è una prerogativa del giudice prevista dall'ordinamento processuale. Ciò è possibile quando il giudice ordina l'imputazione per lo stesso fatto oggetto delle investigazioni, anche se con una diversa qualificazione giuridica, e non quando dispone l'imputazione per fatti diversi rispetto a quelli originariamente contestati. Il giudice, infatti, può esercitare il proprio potere di riqualificazione giuridica del fatto, senza che ciò integri un'ipotesi di abnormità del provvedimento, purché l'imputazione coatta riguardi gli stessi identici fatti su cui il pubblico ministero aveva svolto le indagini.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antoni - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. ALMA Marco - Consigliere

Dott. SGADARI G - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica di Terni;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 08/11/2018 del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Terni;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento senza rinvi…

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