Il comportamento ingiurioso e minaccioso di un superiore militare nei confronti di un inferiore, anche se avvenuto in contesti non strettamente connessi al servizio, può essere sanzionato penalmente ai sensi dell'articolo 196 del codice penale militare di pace, in quanto la condotta offensiva è comunque riconducibile alla disciplina e ai rapporti gerarchici inerenti al servizio militare. La valutazione della credibilità della persona offesa e della ricostruzione dei fatti rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento non può essere sindacato in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o travisamento della prova. Inoltre, la mancata concessione della sospensione condizionale della pena e il diniego dell'applicazione della causa di non punibilità di cui all'articolo 131-bis del codice penale sono rimessi alla valutazione discrezionale del giudice di merito, che deve tenere conto della gravità della condotta e della personalità dell'imputato, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta irragionevolezza.