Il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza nei confronti di un richiedente protezione internazionale riveste carattere sanzionatorio e pertanto postula una valutazione in concreto della singola fattispecie e della particolare situazione della persona interessata, da effettuarsi a seguito di un pieno ed effettivo contraddittorio procedimentale, nel rispetto del principio di proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità delle condotte accertate. In assenza di esplicitate, particolari esigenze di celerità, la revoca delle misure di accoglienza è illegittima per omissione della preventiva comunicazione di avvio del procedimento, in violazione dell'art. 7 della legge n. 241/1990. Il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza nei confronti di un richiedente protezione internazionale riveste carattere sanzionatorio e pertanto postula una valutazione in concreto della singola fattispecie e della particolare situazione della persona interessata, da effettuarsi a seguito di un pieno ed effettivo contraddittorio procedimentale, nel rispetto del principio di proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità delle condotte accertate. In assenza di esplicitate, particolari esigenze di celerità, la revoca delle misure di accoglienza è illegittima per omissione della preventiva comunicazione di avvio del procedimento, in violazione dell'art. 7 della legge n. 241/1990. Il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza nei confronti di un richiedente protezione internazionale, essendo di natura sanzionatoria, richiede una valutazione in concreto della singola situazione, tenendo conto della proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità dei comportamenti accertati, e deve essere preceduto da un pieno contraddittorio procedimentale, salvo particolari esigenze di celerità. In assenza di tali presupposti, la revoca è illegittima per omessa comunicazione di avvio del procedimento, in violazione dell'art. 7 della legge n. 241/1990.