Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 50985 del 8 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:50985PEN

Massima

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Il giudice, nel determinare la pena per reati contro il patrimonio commessi in continuazione, deve valutare complessivamente la gravità e la pericolosità della condotta criminosa, tenendo conto del numero e della natura dei reati, nonché della breve distanza temporale tra gli stessi, senza che ciò integri un vizio di motivazione. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere giustificato dalla particolare efferatezza e scaltrezza dimostrata dagli imputati, desumibile dalla pluralità di condotte delittuose realizzate in breve tempo, le quali denotano un elevato grado di pericolosità sociale. Inoltre, l'impossibilità di riconoscere l'attenuante del danno di lieve entità è determinata dall'entità del valore dei beni oggetto di furto, mentre l'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7, c.p. trova applicazione quando i beni sottratti erano esposti alla pubblica fede, come nel caso di autovetture lasciate in sosta sulla pubblica via.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CIAMPI ((omissis)) - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/02/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MENICHETTI CARLA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DE MASELLIS MARIELLA, che ha concluso per l'in…

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