Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24681 del 21 giugno 2007

ECLI:IT:CASS:2007:24681PEN

Massima

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Il dolo nella fattispecie di calunnia deve essere accertato in modo rigoroso, non essendo sufficiente la mera valutazione oggettiva della condotta, ma richiedendosi l'effettiva e consapevole volontà dell'agente di formulare una denuncia falsa e calunniosa. Pertanto, in presenza di elementi che inducano a ragionevoli dubbi circa la sussistenza del dolo specifico, il giudice è tenuto a pronunciare l'assoluzione dell'imputato, non potendo desumere automaticamente l'elemento soggettivo dalla sola condotta esteriore. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che il dolo nella calunnia non può essere desunto in via presuntiva dalla mera valutazione oggettiva della condotta, ma deve risultare provato in modo certo sulla base di una puntuale e logica motivazione che escluda ragionevoli incertezze in ordine alla consapevolezza e volontarietà dell'azione calunniosa da parte dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Consigliere

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria;

nei confronti di:

LU. GI., N. (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria in data 06/12/2005;

visti gli atti, la sentenza denunziata ed il ricorso;

Udita in Pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERPICO Francesco;

udito il Pubblico Ministe…

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