Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30466 del 2 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30466PEN

Massima

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La misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio, prevista dall'art. 289 c.p.p., può essere disposta dal giudice non solo per esigenze probatorie, ma anche per tutte le altre esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., al fine di salvaguardare la credibilità istituzionale e l'immagine dell'amministrazione pubblica, indipendentemente dalla gravità economica del fatto. La durata di tale misura, determinata discrezionalmente dal giudice nel rispetto del principio di proporzionalità, non può superare i dodici mesi e deve essere adeguatamente motivata in relazione alle concrete esigenze cautelari, senza che sia di ostacolo l'eventuale adozione da parte dell'autorità amministrativa di una sospensione cautelare obbligatoria, trattandosi di misure aventi natura e regime giuridico differenti, ancorché entrambe incidenti sull'attività inerente l'ufficio pubblico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 20/02/2020 del Tribunale del riesame di Caltanissetta;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
sentite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale del riesame di Caltan…

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