Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1272 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1272PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale si configura quando l'agente, con atteggiamento e frasi anche solo genericamente minacciose, costringe il pubblico ufficiale a compiere o ad omettere atti contrari ai propri doveri d'ufficio. Ai fini della sussistenza del reato non è necessario che le minacce siano espresse in termini espliciti e dettagliati, essendo sufficiente che l'atteggiamento e le parole dell'agente siano idonei a ingenerare nel pubblico ufficiale il timore di subire un danno ingiusto, tale da condizionarne l'operato. L'accertamento della sussistenza degli elementi costitutivi del reato è rimesso al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui giudizio non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da adeguata e logica motivazione. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, non consentendo il formarsi di un valido rapporto di impugnazione, preclude la possibilità di far valere o rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 15/12/2011 delle Corte di appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con la sentenza sopra indicata la Corte di…

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