Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'amministrazione che utilizza un bene immobile trasformato a seguito di lavori pubblici illegittimamente eseguiti, può acquisire la proprietà del bene stesso ai sensi dell'art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001, anche in assenza di una precedente procedura espropriativa formalmente conclusa. Tale acquisizione non ha effetti retroattivi e non richiede una specifica deliberazione dell'organo consiliare dell'ente locale, essendo sufficiente il trasferimento automatico della proprietà previsto dall'art. 4, comma 4, del D.P.R. n. 495/1992 per i beni destinati alla viabilità ordinaria all'interno di centri abitati con popolazione superiore a diecimila abitanti. L'amministrazione che utilizza il bene può legittimamente esercitare il potere di acquisizione, anche se diversa dall'ente espropriante originario, purché sia l'ente che concretamente utilizza il bene trasformato. L'atto di acquisizione può essere adottato dal dirigente competente in forza di delega conferita dal legale rappresentante dell'ente, senza necessità di un provvedimento dell'organo apicale, in quanto l'applicazione dell'art. 42-bis esula dalla materia espropriativa e rientra nell'attività amministrativa delegabile secondo le norme del diritto privato.